Tutto ruota attorno a una sorta di «sentinella tumorale» che è la glucosio-ossidasi
Potrebbe passare attraverso una nanomedicina uno dei prossimi trattamenti in grado di lottare contro il tumore al fegato. A svilupparla sono stati i ricercatori della Zhejiang University che, in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Advanced Science, hanno dimostrato la possibilità di realizzare un farmaco ibrido composto da nanoparticelle con strutture metallo-organiche e nanoparticelle di oro. Queste, secondo gli studiosi cinesi, sarebbero i prossimi fattori di una nuova terapia antitumorale. Tutto ruota attorno a una sorta di «sentinella tumorale» che è la glucosio-ossidasi, una proteina che può fiutare e consumare glucosio per inibire la crescita del tumore. Una serie di fattori, come i metalli pesanti, le alte temperature, le condizioni acide o alcaline, possono facilmente renderla inattiva e inefficace.
I ricercatori hanno scoperto che le nanoparticelle d'oro non solo possono penetrare efficacemente nelle profondità del cancro al fegato, ma catalizzano efficacemente il glucosio nei tessuti tumorali, sfruttando la politica della 'terapia della fame': in pratica, affamando il cancro. Grazie ad alcune nanoparticelle porose, che possono essere rapidamente decomposte, questo ritrovato permette una consegna più precisa dei farmaci direttamente nelle cellule. Lo studio è stato condotto sia in vitro sia in vivo. «Esistono prove convincenti, sia in esperimenti in vitro sia in vivo, che la nanomedicina ibrida fabbricata ha un marcato effetto nel contenere il cancro al fegato. Contrariamente ai tradizionali farmaci chemioterapici, la tossicità sistemica di questo farmaco è enormemente ridotta", ha commentato Mao Zhengwei, ricercatore che ha guidato il lavoro.
fonte: Advanced Science
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